martedì, novembre 30, 2004

noi : nowhere fast;
negli alberghi lontani da casa si scivola lentamente nella depressione
c'è una canzone degli Smiths
che mi ha sempre ossessionato
ad un certo punto
dice più o meno così:
il giorno in cui avrò
una sincera emozione sarò così sconvolto
che
probabilmente
salterò nell'oceano...

perchè ho scritto questa frase
perchè dovrebbo scriverla a caratteri cubitali
sulle statue delle piazze
sugli ingressi dei sexy shop
sugli spalti degli stadi.
Viviamo alla ricerca del momento irripetibile
del fuoco immane e sconvolgente
cerchiamo quello che ci cambierà la vita
per poi rimanere delusi.
Giovani donne che sull'altare incrociano il diavoli
in veste d'agnello
il destino terribile
delle speranze delusi.
Anche per te
vorrei morire
ed io morire
non so.
Il giovane marito
consuma metà stipendio
al night club dell'albergo ad ore di periferia milanese
al settimo piano
lo squallore della ricerca sessuale continua
spinto dal cazzo duro
non vede i muri grigi dell'ascensore sporco
le pubblicità arruiginite dei vecchi tour di Moana Pozzi
la pella d'oca della ragazza rumena appena maggiorenne
si fa chiamare Sarah,
ma lo dice con gli occhi bassi
la menzogna è spesso figlia della tristezza
non sono Don Mazzi
non faccio la crociata anti puttan tour
quello lo sappiamo anche noi laici
che porta solo a pochi passi dalla disgregazione
anomia sessuale la chiamerebbe Durkheim
se fosse vivo
con in mano un pass per lo strip del Samara...
intanto il pappone gran uomo di merda che sorride bevendo whisky
sempre se si scrive così.
Non voglio appartenere
a questa generazione insoddisfatta
non voglio una Play station 2,
una carriera aziendale da fare invidia alla McKinsey,
lo schermo Sony a cristalli liquidi,
la tessera annuale della Fnac,
la domenica che si suicida
volontariamente
nelle litigate
con sottofondo
di 90° minuto.

Vivere e morire
in una società
che va veloce
verso nessuna parte.

and if the day came when I felt a natural emotion
I'd get such a shock I'd probably jump in the ocean
and when a train goes by
it's such a sad sound...



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d2 - buon natale in anticipo

mercoledì, novembre 03, 2004

leggetene tutti!






spegnere




la tele








può




essere una








buona




idea








dopo il sesso




è sano leggere




libri insani




Come pochi altri popoli al mondo i francesi hanno bisogno di sputare. Ricordo che ancora dieci anni fa i caffè erano quasi tutti dotati di sputacchiera. Le gauloises sono notoriamente sigarette ad alto contenuto di nicotina, tra le più pesanti, ma più di ogni altra cosa la ragione sta nella loro lingua, in quella loro erre moscia e arrotolata che risucchia decilitri di saliva all'altezza delle tonsille. Da quelle parti ristagna un liquido che è tanto più denso quanto più logorroica è la persona. Houellebecq, poi, non ha uno stagno, ma una pozza mefitica: scaracchia liquidi ricchi di umori e di acidi. E da buon francese centra le sputacchiere ad ogni angolo e distanza. In questo, del resto, appare molto costumato. "Piattaforma - Nel centro del mondo" è il suo terzo romanzo. Pubblicato nel 2001, segue "Le particelle elementari" (1999) ed "Estensione del dominio della lotta" (2000). Negli stessi anni ha pubblicato altresì una raccolta poetica e un saggio. Houellebecq è dunque molto prolifico. "Piattaforma" è ad ogni modo un romanzo più completo, disperato e polemico dei precedenti. La piattaforma del titolo altro non è che il progetto di una nota azienda francese di trasformare i propri villaggi turistici sparsi nel terzo mondo non islamico in centri per il "libero sesso a pagamento", i villaggi "Aphrodite", con l'intenzione di massimizzare i guadagni e rendere confortevole e istituzionale il cosiddetto "turismo sessuale". Questo è lo sfondo del romanzo e il motivo delle roventi polemiche scatenatesi in Francia all'indomani della pubblicazione del libro. Per lo scrittore il turismo sessuale (l'autore glissa sulla pedofilia) è però l'unico esempio, l'irrinunciabile e concreto corollario delle sue teorie sulla crisi dell'uomo occidentale, della sua sessualità e del suo modo di amare. -"E' molto più semplice di quello che si potrebbe pensare..." dissi infine. "C'è la sessualità delle persone che si amano e c'è la sessualità delle persone che non si amano. Quando non esiste più modo di identificarsi nell'altro, l'unica modalità possibile è la sofferenza - e la crudeltà." Valerie venne a stringersi contro di me: "Viviamo in un mondo strano..." disse. - pag. 160 Il suo libro è una dissertazione sull'Amore ottimamente romanzata. L'unico amore possibile per Houellebecq è quello del contatto fisico, del donarsi sessualmente, quello che prova gioia nel dare il piacere all'amato. L'uomo occidentale per Houellebecq non sa più cosa significhi essere amato ed è disposto a pagarsi in ogni modo e in ogni momento l'appagamento dei propri desideri sessuali. Con le donne occidentali il francese va giù ancora più pesante, accusandole senza tante perifrasi dello spaesamento maschile. -...Se si pensa al livello delle conversazioni che bisogna subire per portarsi a letto una ragazza, e se si pensa che la suddetta ragazza si rivelerà una pessima amante, decisa a spaccarti i coglioni coi suoi problemi e ad attaccarti i bottoni infiniti sui suoi amichetti - facendoti capire, per inciso, che non sei proprio all'altezza - e che ti toccherà per forza passare con lei quantomeno il resto della notte...be', credo che a quel punto non ci sia molto da stupirsi se tanti uomini preferiscono evitare l'amore; trovano molto più semplice andare a puttane. Ovviamente non mi riferisco alle puttane occidentali...sono degli autentici relitti umani; ma non tutti possono permettersi di andare a puttane in giro per il mondo...Alcuni ogni tanto si concedono un po' di turismo sessuale. E posso garantirti che si tratta dei più fortunati: fare sesso con una puttana è comunque instaurare un minimo di contatto umano.Perché poi ci sono quelli che trovano più semplice masturbarsi su Internet, o guardare video porno. Una volta che l'uccello ha sputato lo schizzetto, si sentono in pace con se stessi". - pagina 123 L'unica salvezza per l'uomo occidentale è dunque il contatto umano, fisico. E questo al momento è possibile solo con le magnifiche puttane del terzo mondo, quelle orientali o, ancora meglio, quelle thailandesi. Meglio delle altre queste, a parere del protagonista del romanzo, sono infatti capaci di dare quella sensazione di vicinanza fisica, di intimità; sono le uniche donne ancora capaci di fare l'amore, educate a dare il piacere. E non importa che questo avvenga dietro pagamento. Questa è grosso modo la teoria, che comunque è espressa dall'autore con maggiore approfondimento, con numerosi spunti di riflessione e con continue e acute osservazioni a carattere sociologico, politico ed economico. E qui è la novità più piacevole dell'ultimo romanzo. Houellebecq ha definitivamente abbandonato una certa prolissità e una fumosità teoretica ed escatologica. I suoi commenti appaiono ancora più caustici perché dotati di una certa icasticità. Il francese si destreggia bene nei meandri tortuosi della riflessione affrancandoli con una scrittura piana, ma non rinuncia ad esalare improvvisamente i suoi veleni sotto la spinta di un improvviso singulto, più verosimilmente uno scaracchio, come si diceva. Un'altra cosa - per gli amanti delle belle storie -, sullo sfondo di un mondo che sembra in dissoluzione si muove una splendida e tragica storia d'amore tra il protagonista e Valérie, una donna che è l'esatto contrario della donna occidentale come dipinta dall'autore. Con Houellebecq, però, come ebbi modo di dire, si assiste al dolore e alla sofferenze come se si fosse sotto anestesia. E' forse questa la nuova sensibilità dell'uomo occidentale? Infine, numerose sono le descrizioni delle scene di sesso, quasi tutte gioiose. A tratti Houellebecq ricorda il miglior Sade, quello che tra un accoppiamento e l'altro, tra i più disparati, riusciva a inserire discorsi filosofici e motteggi; o viceversa.
d2 - FONTE