domenica, gennaio 09, 2011

Theodor Wiesengrund Adorno;

«Hume?, cercando di difendere contro i suoi compatrioti, tutti rivolti alle cose del mondo, la contemplazione teoretica, la «pura filosofia» (che non ha mai avuto buona fama tra i gentlemen), si servì di questo argomento: "L'esattezza torna sempre di vantaggio alla bellezza, il retto pensiero alla delicatezza del sentire". L'argomento, pur essendo a sua volta pragmatico, contiene implicitamente e negativamente tutta la verità sullo spirito della prassi.

sabato, gennaio 01, 2011

Theodor Wiesengrund Adorno;
I Minima moralia, nei quali Adorno riflette soprattutto sul concetto di individuo, vengono scritti fra il 1944 e il 1947, durante l’esilio americano dell'Institut für Sozialforschung e pubblicati in Germania nel 1951.
Adorno coglie qui l'alienazione fondamentale del mondo d'oggi, un mondo nel quale "la vita non vive" e"le potenze oggettive determinano l'esistenza individuale fin negli anditi più riposti."
Può sorprendere che ad una critica del soggetto, della soggettività borghese, come quella attuata nella Dialettica dell'illuminismo, segua ora un lamento sulla dissoluzione del soggetto, ma è evidente che Adorno trae una conseguenza ovvia, implicita ed esplicita nel lavoro con Horkheimer: il soggetto ha dissolto sé stesso affermandosi in modo esagerato e prepotente, violentando il mondo ed i suoi simili.

Theodor Wiesengrund Adorno;

Nell'aforisma 72 dei Minima Moralia Adorno presenta una contrapposizione tra fiori di vita e fiori di morte. «Da quando non si possono più cogliere fiori per l'ornamento dell'amata, come sacrificio che viene riconciliato in quanto l'eccesso per lei sola si fa spontaneamente carico del torto fatto a tutte, il coglier fiori diventato qualcosa di cattivo. Esso non ha più altra funzione che di eternare il caduco e il perituro, immobilizzandolo e mettendolo a portata di mano. Nulla però è più funesto: il mazzolino senza profumo, il ricordo organizzato e predisposto, uccidono quel che resta proprio in quanto viene imbalsamato e conservato. Può vivere solo l'attimo fuggevole nel flusso mormorante dell'oblio se cade su di esso, all'improvviso, il raggio che lo fa lampeggiare; la pretesa di possedere l'istante lo ha già perduto. Il mazzo rigoglioso che il bambino trascina a casa malvolentieri per ordine della madre potrebbe stare in mostra - dietro lo specchio - come quello artificiale di sessant'anni fa, e quello che ne risulta, alla fine, è l'istantanea di viaggio scattata con avida ingordigia, dove appaiono, sparsi come rifiuti, nel paesaggio, quelli che a suo tempo non ne hanno visto nulla, e credono di arraffare come ricordo ciò che è svanito e si è inabissato senza traccia. Chi, però, ammaliato, manda fiori, certamente, senza volerlo, sceglierà quelli che gli appaiono mortali.» (Theodor W. Adorno - Minima Moralia / Meditazioni della vita offesa - Einaudi, 1994.)